Mantenere l’esenzione Imu alle Onlus Rsa, la politica ascolta Uneba

La Commissione Finanze e  Tesoro del Senato chiede al Governo di fare chiarezza sulle regole che determinano l’esenzione Imu per le “case di riposo gestite da Onlus”, come sono molti degli enti associati Uneba.
E’questo il tema della risoluzione doc.XXIV n°29 approvata dalla Commissione il 18 giugno 2025 su iniziativa del senatore Massimo Garavaglia, presidente della Commissioe, che dà voce anche alle istanze di Uneba.

Punto di partenza della risoluzione è il fatto che “sulle case di riposo gestite dalle Onlus si sta aprendo un contenzioso con i comuni in merito alla richiesta di pagamento dell’imposta municipale propria (IMU) sugli immobili utilizzati per l’attività istituzionale di tipo sociosanitario e assistenziale rivolta ad anziani non autosufficienti da parte di enti autorizzati, accreditati e convenzionati con i servizi sanitari regionali”. Proprio questi contenziosi con i Comuni  hanno spinto Uneba ad intervenire e cercare ascolto nella politica e nelle istituzioni.

La risoluzione argomenta, nel dettaglio che gli enti non commerciali che svolgono attività sociosanitaria e assistenziale e che soddisfano tutte le condizioni previste dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 19 novembre 2012, n. 200 possono beneficiare dell’esenzione Imu. Ma la Corte di Cassazione non ha accolto questo principio in sua recente sentenza, e l’Agenzia delle Entrate sta emettendo avvisi di accertamento alle Onlus.

La Commissione con il suo voto impegna il Governo a recepire “in una norma avente rango primario, quanto previsto dal citato decreto ministeriale n. 200 del 2012 e dalle istruzioni alla dichiarazione IMU degli enti non commerciali” e a “confermare che non è rilevante, ai fini dell’applicazione dell’esenzione dall’IMU (…) l’inserimento in una specifica categoria catastale degli immobili utilizzati per la gestione di servizio sociosanitari (quali residenze sanitarie assistenziali, residenze sanitarie per disabili, centri diurni integrati, comunità alloggio sociosanitarie, centri diurni per disabili, eccetera) dando altresì avvio, nel rispetto della finanza pubblica, alla riduzione della tassazione ai fini delle imposte dirette sino a quando tale utilizzo permane”.

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